Nel Latium Vetus, la regione intorno a Roma della quale Praeneste era una dei centri principali, ogni città aveva un proprio calendario che teneva conto delle stagioni, ma anche delle festività locali. Con il consolidarsi del dominio romano, i centri del Lazio si uniformeranno uno dopo l’altro alla scansione del tempo della città egemone. Tuttavia gli antichi Fasti – è questo il termine con cui i latini indicavano i calendari – di Praeneste non saranno dimenticati. Alla fine del I secolo a.C., momento nel quale Augusto, il primo imperatore romano, prende il potere, lo studioso prenestino Verrio Flacco, precettore e maestro dei figli adottivi di Augusto, eredi designati dell’Impero, ricostruì gli antichi Fasti Prenestini, che fece incidere su tavole marmoree esposte nel foro, presso un monumento che i suoi concittadini gli avevano fatto costruire per onorarlo.
Alcuni frammenti, oggi esposti al Museo Nazionale Romano, furono recuperati all’inizio del ‘900.
La tavola era suddivisa in due colonne: a sinistra la notazione del giorno seguita a destra dall’indicazione delle feste e delle ricorrenze principali.